Dal gioco proto-simbolico al gioco simbolico

Che cos’è il gioco simbolico? Che ruolo svolge nello sviluppo di bambine e bambini? Nel post Giocare con le storie: il binomio fantastico di Gianni Rodari ti ho raccontato della fantasia come risorsa educativa, qui ti spiego l’attitudine dei bambini ad inventare e come questo processo sia determinante sul piano cognitivo ed emotivo.

Dal gioco proto-simbolico al gioco simbolico

Tra la fine del primo anno e l’inizio del secondo, bambine e bambini si divertono a ripetere giochi come nascondersi/riapparire, togliere/accumulare, costruire/distruggere. Non c’è bambino che non ami nascondersi dietro una tenda per farsi ritrovare o che non si accanisca ad impilare cubi per sperimentare la soddisfazione di buttarli giù in un colpo solo. Questi giochi, ripetuti fino allo stremo, si definiscono proto-simbolici perché attraverso la sperimentazione di azioni opposte, il bambino scopre nuove informazioni sul proprio corpo e sugli oggetti.
Con il tempo e l’esercizio, questi giochi vengono incorniciati in un tessuto narrativo e diventano storie. Nasce così il gioco simbolico o di finzione: offrono da mangiare alle bambole, chiacchierano al telefono, fingono di fare la spese e imitano la routine degli adulti in casa.

Che cos’è il gioco simbolico

Il gioco simbolico e il linguaggio procedono di pari passi e sono manifestazioni affascinanti dell’attitudine di immaginare, inventare e raccontare storie. Il gioco simbolico compare dal secondo anno di vita, si evolve nell’età della scuola dell’infanzia e decolla dai 6 anni con narrazioni degne di registi hollywoodiani. Inventano le avventure di mostri, bambole e pupazzi su scenari sempre più complessi e fantasiosi.
Ricreando la quotidianità, i bambini sviluppano le competenze sociali, l’abilità di formare e usare simboli e la capacità narrativa.
Facendo finta di…, si emancipano dall’ambiente e liberano il pensiero analogico. Ad esempio, un bastone può essere utilizzato in modo funzionale per colpire o provocare un suono, o diventare un cavallo o un fucile. Il bastone perde la sua concretezza ed evoca un oggetto presente in forma metaforica.

Come funziona

Nel gioco simbolico il bambino mette in atto quattro importanti comportamenti:

  • Agisce al di fuori del contesto reale;
  • Immagina funzioni diverse per gli oggetti disponibili;
  • Imita le azioni degli adulti;
  • Costruisce le azioni in sequenza in modo coerente.

Il gioco consente ai bambini di imparare a far paragoni e metafore, di mentire, di alludere e – in generale – di utilizzare processi cognitivi non circoscritti alla letteralità, raggiungendo una maggiore maturazione psicologica. I bambini si allenano alla dimensione sociale, sperimentano la relazione con i coetanei, si allenano a comportamenti di ruolo come ad esempio a fare la mamma o il papà, a fare il pompiere o il postino.
Infine, giocare con la fantasia aiuta l’equilibrio emotivo del bambino, perché gli consente di rappresentare le proprie emozioni, elaborarle e metterle in gioco.

Concludo con una citazione di Cartesio: «La ragione non è nulla, senza l’immaginazione».

Ora tocca a te: come stimoli la fantasia dei tuoi bambini? Raccontamelo in un commento e se pensi che questo post sia utile, lasciami un like e condividilo con #gattabuialab.

Sono ricercatrice di Pedagogia Sperimentale all'Università IUL e dottore di ricerca in Metodologie della Ricerca Educativa all'Università di Salerno. Cultore e assegnista in Metodologie e tecniche del gioco e Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento, sono componente del consiglio direttivo del CIPPS – Centro Internazionale di Psicologia e Psicoterapia Strategica, Scuola di specializzazione in psicoterapia strategica ad orientamento neuroscientifico, Ente di ricerca e Centro clinico, membro del comitato redazionale della collana “Tecnologie per l’Apprendimento – Didattica, Gioco, Media education” di Pensa Editore.